Il ricorso a strutture o “costruzioni artificiali”, così come lo sfruttamento delle “disarmonie” esistenti tra le legislazioni nazionali, ha l’effetto di esacerbare la perdita di entrate fiscali. La lotta all’evasione fiscale e agli schemi di pianificazione fiscale aggressiva non può prescindere da interventi mirati, comuni e coordinati, diretti ad agevolare l’accesso alle informazioni sui flussi di denaro e la tracciabilità dei pagamenti.
A tale scopo, la trasparenza degli ordinamenti fiscali, l’eliminazione del segreto bancario e la cooperazione amministrativa tra Stati assumono un ruolo decisivo. L’effettiva implementazione dello scambio di informazioni, in tutte le sue forme (su richiesta, automatico, spontaneo, ecc.), rappresenta la risposta più efficace alle pratiche che minano base imponibile e gettito fiscale degli Stati.
STRUTTURA DEL VOLUME
- LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI NELL’ART. 26 DEL MODELLO OCSE
- LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI NEL MODELLO DI TAX INFORMATION EXCHANGE AGREEMENT (TIEA) DELL’OCSE
- LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI NELLA CONVENZIONE MULTILATERALE DEL 1988
- LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI NEL DIRITTO COMUNITARIO
- L’ACCORDO UE-SVIZZERA E GLI ACCORDI RUBIK
- LA PROCEDURA DI SCAMBIO DI INFORMAZIONI SU RICHIESTA: PROFILI PRATICO-APPLICATIVI NELLE VERIFICHE FISCALI
- LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI NELL’IVA
- SCAMBIO DI INFORMAZIONI E CONTROLLI NEL PROGRAMMA FISCALIS