L'emancipazione del potere finanziario dalla subordinazione all'economia reale e la progressiva sottoposizione di quest'ultima alle logiche appropriative e distruttive della speculazione è la chiave di lettura delle dinamiche globalizzanti e delle correlate crisi sistemiche in cui ci troviamo attualmente a fluttuare. Il "meccanismo dollaro-centrico", innescato negli anni ottanta per ristabilire l'egemonia statunitense dopo l'abbandono del golden standard, ha comportato la fuoriuscita dall'economia mondo, con il capovolgimento del paradigma, fino ad allora indiscusso, della strumentalità della finanza all'economia reale. Nel nuovo millennio il baricentro dollaro centrico è slittato nel "meta-mercato finanziario", un universo virtuale inflazionario progettato per la reiterazione, potenzialmente illimitata, delle transazioni speculative.
Prende forma, su questa base storica, una spiegazione della globalizzazione dall' abbandono di Bretton Woods fino all'attuale depressione. Gli aspetti monetari e finanziari, il loro impatto sull'economia reale, l'approccio politico e quello macro / micro economico, più che contrapposti, risultano chiariti in una visione sistemica in cui gli uni e gli altri acquistano senso nella loro interconnessione. La trattazione rende evidenti gli espedienti giuridici e gli illusionismi mediatici messi in atto per la manipolazione/ creazione irrealistica della realtà ed il condizionamento dei mercati. L'ultima parte riguarda il rischio sistemico degli stati desovranizzati dell'Eurozona, le sue possibili soluzioni con uno sguardo ormai disincantato al totem del PIL. L'attraversamento della crisi della finanza dematerializzata, punto di arrivo e al contempo di rovesciamento della "civilizzazione materiale" dell'economia capitalistica, lascia infine intravedere il paradigma in formazione di una civilizzazione dematerializzata.