Il principio di proporzionalità integra un principio di teoria generale, che impone che ogni misura adottata dai poteri pubblici sia proporzionata, ossia idonea al perseguimento dei risultati conseguiti, garantendo un adeguato bilanciamento di valori, di guisa che le libertà, i diritti e gli interessi di privati siano incisi nella misura minima possibile. Nel campo del diritto viene applicato in quasi tutti i settori, trovando, tuttavia, il suo campo di elezione nel diritto pubblico. Nel sistema delle cautele disciplinato nel codice di rito penale il legislatore precisa che la misura da applicare al singolo soggetto deve essere correlata all’entità del fatto per cui si procede ed alla sanzione che è stata o si ritiene possa essere irrogata. Nell’esercizio del potere cautelare, personale o reale, rappresenta, pertanto, per l’autorità giudiziaria, un ineludibile canone ermeneutico affinché vi sia sempre la necessaria corrispondenza tra le ragioni cautelari del caso concreto e la misura adottata, onde evitare o ingiustificate restrizioni della libertà personale dell’imputato, o, al contrario, l’applicazione macroscopicamente sproporzionata ed inadeguata alle esigenze di cautela, di guisa che la sua connotazione principale può trasfondersi nella identificazione con un giudizio di valore sul merito cautelare. Il volume affronta le delicate problematiche afferenti alla formulazione del giudizio di proporzionalità cautelare ed alle conseguenze processuali della sua inosservanza.