Lo scritto, nel partire dall’analisi, sia tecnica, sia giuridica, del potenziale probatorio presente nel moderno cellullare, si sofferma dapprima sul contenuto – in potenza – rinvenibile, nonché sulla possibilità di poter ricostruire attraverso tali dati (comunicativi e non) una vera e propria mappatura delle abitudini di vita dell’individuo.
La ricerca si sviluppa, poi, lungo due direttrici: da un lato si analizzano le criticità che colpiscono i diversi meccanismi di indagine e, in particolar modo, le questioni legate all’inquadramento giuridico di tali attività; sotto altro profilo, si verificano le ricadute sulle libertà fondamentali. In tale prospettiva, l’Autrice analizza la sussistenza di una copertura normativa interna, costituzionale e convenzionale che legittimi tali investigazioni. Il presente studio si propone anche di esaminare il concetto di comunicazione post-moderna che, mediata dalla Rete, presenta caratteristiche del tutto diverse rispetto alle forme più tradizionali.
L’analisi dello stato dell’arte, anche alla luce delle più recenti pronunce della Corte costituzionale, conduce, infine, ad analizzare le attuali prospettive di riforma sulla complessa materia del sequestro dello smartphone (d.d.l. A.S. n. 806).