L’ordine e la convivenza nell’attuale sistema-mondo sono garantiti dal diritto internazionale attraverso la ripartizione dell’autorità di governo tra Stati, enti territoriali che esercitano in via esclusiva il loro potere sulla comunità di individui stanziata entro il loro rispettivo territorio. L’esigenza di governo riguarda inevitabilmente anche le condotte umane in mare, vasto spazio
ricco di risorse, da sempre utilizzato per lo svolgimento di attività lecite e illecite e teatro oggigiorno di fenomeni migratori epocali, ma insuscettibile di essere sottoposto allo stesso tipo di controllo intenso e costante che può essere svolto sulla terraferma. Questo libro esamina come il diritto internazionale estende, ripartisce e coordina l’esercizio dell’autorità di governo statale sugli individui e sulle loro attività negli spazi marini non soggetti alla sovranità territoriale, rilevando in che misura e secondo quali modelli la giurisdizione è presa in considerazione e regolamentata dalle norme internazionali vigenti come forma di «responsabilità» affidata agli Stati in vista del perseguimento di valori e interessi comuni, anziché solo come diritto/potere funzionale al mero soddisfacimento degli interessi dei singoli Stati.