Gli aspetti giuridici del lavoro pittorico in Roma antica, da quando se ne hanno notizie sino all’età giustinianeo-bizantina, sono approfonditi dall’autrice sulla base di ogni documentazione disponibile, in particolare papirologica, nonché con ampia analisi della letteratura risalente in merito alla Glossa medioevale, in specie con puntuale critica rispetto alla più recente dottrina romanistica.
Resta fermo per l’autrice che, lungo tutto il corso di evoluzione del mondo antico romano, il lavoro pittorico, sebbene considerato di grande valore e come tale altamente retribuito, sarebbe stato sempre reputato puro lavoro manuale, senza che si sia mai avuto un qualsivoglia riconoscimento di tutela alla paternità della proprietà artistica come tale al di là di quella sulla pictura, intesa come cosa meramente materiale.