La monografia muove dall’art. 410 c.c. da cui si evince la rilevanza della volontà del beneficiario nel rapporto con l’amministratore di sostegno. Il potere rappresentativo di quest’ultimo è conformato, nel suo esercizio, dalle determinazioni del beneficiario.
Ciò incide sulla validità dell’atto, rendendolo annullabile, qualora l’amministratore non abbia tenuto conto del volere del beneficiario.
Tale soluzione trova conferma sul piano sistematico se si riconduce l’amministrazione di sostegno alla categoria dell’incapacità legale.
L’opera si diffonde su questa ricostruzione, la quale non svilisce il principio della minore limitazione possibile della capacità di agire. Anzi proprio in forza di tale principio può fondatamente giustificarsi la capacità di testare, di donare e di autodeterminarsi nell’espressione del consenso all’atto medico del beneficiario.