Questo contributo ha origine da un’analisi delle modifiche apportate al giudizio immediato dal d.l. 23 maggio 2008, n. 92, convertito in l. 24 luglio 2008, n. 125, volta a verificare se l’intervento emergenziale avesse realmente mutato geneticamente tale giudizio differenziato, così come risultante dalla lettera della legge.
Con il progredire della ricerca si sono delineati i confini della reale portata della modifica legislativa e, soprattutto, è emersa la singolare natura della nuova figura di giudizio immediato “custodiale”.
Da ciò è scaturita l’esigenza di confrontare il nuovo rito con quello tradizionale già a disposizione del pubblico ministe-ro, oltre che, più brevemente, con il giudizio immediato ad iniziativa dell’imputato, per verificare la sussistenza della possibi-lità di ricondurli ad un unico modello.
Lo studio così articolato, pertanto, non ha la finalità di essere una monografia in senso stretto con riguardo a tutte le tipologie di rito immediato – e nemmeno ha l’ambizione di esserlo – ma, piuttosto, quella di analizzare in parallelo i vari modelli processuali immediati, in particolare quelli ad iniziativa dell’accusa, evidenziandone i punti di contatto e, maggiormente, quelli di rottura che avallano la conclusione raggiunta.
Come si evince dal titolo apposto al volume, invero, si ritiene che sia impossibile una reductio ad unum dei giudizi im-mediati poiché i vari modelli presentano delle differenze strutturali e funzionali tali da renderli forme processuali totalmente autonome, unite soltanto dalla generica – e, in taluni casi, meramente astratta – finalità di accelerazione dell’iter procedurale. Sono queste le ragioni de «I giudizi immediati» in luogo di un più generico e improprio “giudizio immediato”.