Nel libro sono raccolti gli atti del Convegno del Centro studi “Aldo Marongiu” dell’Unione Camere Penali Italiane, tenuto a Roma il 28 e 29 settembre 2018. L’occasione del dibattito era rappresentata da una duplice ricorrenza: settant’anni dal varo della Costituzione repubblicana e trenta dalla riforma del codice di procedura penale. Premevano due quesiti. Uno più tradizionale, consueto: se le norme, le prassi, i costumi operativi sedimentatisi in questi trent’anni stiano davvero nei limiti consentiti dalla Carta Fondamentale. E l’altro, ancora più pressante: come siano cambiati, frattanto, questi stessi limiti; se essi siano cresciuti, si siano fatti più robusti o se – viceversa – il proliferare labirintico delle fonti, gli indirizzi delle Corti, i plurimi livelli di tutela dei diritti fondamentali li abbiano indeboliti, resi più blandi e più incerti. Entro questi due fili si snodano i vari scritti, rielaborati dalle relazioni orali, in cui studiosi, avvocati e magistrati, affrontano i vari temi, partendo dalle “traiettorie” di fondo (modi di concepire la legge processuale e nuove egemonie della magistratura), dipanandosi poi fra i pilastri su cui si regge l’impalcatura costituzionale del processo, presunzione d’innocenza, inviolabilità della difesa, contraddittorio, diritti di libertà; infine soffermandosi sui lidi sempre più spinosi del sistema delle impugnazioni e dei tempi del procedimento.