La crisi universale di questi giorni ha messo in discussione i presupposti della globalizzazione e sembra avere interrotto il processo di costruzione di un diritto degli affari senza frontiere, apparentemente inarrestabile sino a ieri. L’Autore, pur non sottovalutando le potenzialità positive della mondializzazione dell’economia, sostiene la necessità di recuperare la funzione regolatrice del diritto positivo, specie al fine di evitare il perpetuarsi di abusi e sopraffazioni da parte dei ceti dominanti. Condivide perciò la recente scelta dei Grandi della terra (G8, G12, G20) di inaugurare una nuova “stagione delle regole” e suggerisce di utilizzare alcuni interessanti esempi italiani ed europei di disciplina delle imprese e dei contratti, in vista di un diverso assetto degli interessi in gioco basato su valori realmente condivisi.