Il presente studio è destinato a fornire uno spunto utile per l’avvio di un ragionamento innovatore su una serie di temi centrali del Welfare State, anche allo scopo di attivare un percorso di possibili interventi riformatori.
Il piano della ricerca prevede innanzitutto una analisi sulla dimensione istituzionale e sui postulati logici dello Stato sociale, perlomeno con riferimento al modello tradizionale, e sulle ragioni della crisi che ne ha connotato il recente funzionamento in Europa e nei Paesi industrializzati. Successivamente, viene affrontato il caso peculiare dell’Italia, con una analisi delle cause principali della crisi dello Stato sociale che vengono individuate nel grave stato di indebitamento pubblico e nella mancanza di un “progetto – paese”. A tal riguardo viene prospettato un progetto di riforma dello Stato sociale mediante una serie di interventi riformatori articolati su ipotesi normative distinte per i vari settori ordinamentali. In particolare, vengono prefigurate in maniera dettagliata due riforme in grado di incidere significativamente sul sistema di finanza pubblica: la riforma della previdenza pubblica e la riforma del sistema fiscale. Tali riforme, radicali nello spirito e nei contenuti, possono fornire uno slancio propulsivo al Welfare State, garantendo un rilancio dello sviluppo e della competitività del sistema-paese nel rispetto di un programma di equità sostanziale.
Lo “Stato impossibile” è il progetto di un assetto sociale ed economico ispirato a ragioni di libertà ed eguaglianza, compatibile con le esigenze stringenti della finanza pubblica e portatore (almeno in linea astratta) di un incremento del grado di benessere individuale e collettivo. Lo “Stato impossibile” è così una anti-utopia: non un modello ideale di cui si percepisce l’inattuabilità, bensì al contrario un progetto concretamente realizzabile che appare destinato a rimanere irrealizzato per la vischiosità delle resistenze materiali e degli interessi particolari.