Si suole definire la giurisprudenza “diritto vivente”, ma non sempre il diritto “vive” nelle sentenze.Il precedente saggio tratta del Diritto morente (in aula), riferito a certe sentenze della Corte di Cassazione ritenute “extra vaganti”, nel senso che vagano in campi ignoti al diritto; qui se ne ricorrono talune del Consiglio di Stato che le seguono a ruota. A parere di chi?A far la dottrina sono i dottori; avvocati e giudici (gli operatori della giustizia) dovrebbero abbeverarsi alle scaturigini del loro sapere giuridico, facendosene norma d’azione. Sarà per i mutamenti climatici che imperversano, ma c’è una grande siccità in giro, per cui anche i manovali si arrogano d’inventare teorie giuridiche, addirittura dissentendo dai Maestri e financo criticandoli. Potrebb’essere il “troppo pieno” della sopportazione o l’arroganza del monoculus rex in regno coecorum.C’è comunque l’attenuante del maxima debetur senioribus reverentia.
Fermo, col Collega Marco Tullio, che mala tempora currunt!