Nella società dell’informazione, le biblioteche parlamentari devono affrontare un futuro incerto, in bilico tra la necessità di integrarsi con i sempre più complessi servizi di ricerca e documentazione e un ruolo crescente nelle politiche di apertura e di comunicazione dei Parlamenti.
Da più di trent’anni, la Biblioteca della Camera dei deputati “Nilde Iotti” è aperta al pubblico nella sede di Via del Seminario. Non molti ricordano che, fino al 1988, era collocata all’interno di Palazzo Montecitorio, dove si stenta a credere che i lavori parlamentari potessero convivere con una Biblioteca che già allora contava 800.000 volumi.
Questo saggio ne ricostruisce la storia dalle origini, quando la Camera del Parlamento subalpino, nella prima seduta, decise di dotarsi di una raccolta di libri e di un bibliotecario nominato dall’Assemblea. Nella Camera dell’Italia liberale, nella Camera soffocata dal fascismo e nella Camera dei partiti, fino alla nascita dei moderni apparati di documentazione, la Biblioteca ha accompagnato la storia dell’istituzione, ne ha rappresentato, in parte, lo “specchio documentale” ed è stata una delle palestre di formazione di molti politici e protagonisti della cultura storica e giuridica nazionale.
La sua storia rappresenta un contributo alla storia del Parlamento italiano e, da un particolare punto di vista, offre spunti preziosi di riflessione sulle funzioni parlamentari e sulle strutture serventi, nella dinamica della Costituzione vigente.