Nel sistema produttivo nazionale operano, in numero peraltro significativo, società di capitali, per lo più di piccole dimensio-ni, partecipate da un ristretto numero di soci, talora anche uniti da legami di tipo familiare.
Il legislatore ha dimostrato un certo ritardo nel cogliere gli spe-cifici caratteri e le peculiari necessità di tale modello associati-vo. Le riforme del diritto societario e del diritto tributario della metà degli anni 2000, pur rivelando una certa attenzione verso questo fenomeno, hanno prodotto interventi solo parziali e non sistematici.
Quest’opera nasce proprio con l’obiettivo di riflettere su tali temi con un approccio sistematico per verificare la possibilità di proporre un modello impositivo proprio di questi enti. La loro assimilazione alle imprese di grandi dimensioni, quanto al trattamento fiscale, non è infatti del tutto appropriata, ma è anzi meritevole di essere ripensata.
L’analisi, che qui si svolge, individuato tra soci e società il sog-getto realmente portatore di capacità contributiva, propone un modello impositivo proprio delle società di capitali a ristretta base proprietaria definito non solo nei suoi profili sostanziali, ma in quelli relativi all’accertamento e al processo: la traspa-renza fiscale.
Non ci si limita alla costruzione di un modello teorico ed astratto, intendendosi anche mettere a confronto quello proposto con le scelte (poche) effettuate dal legislatore e con gli orientamenti giurisprudenziali (parziali) che in modo non soddisfacente hanno cercato di affrontare il fenomeno.