Le prospettive che scaturiscono dall’analisi della sentenza costituzionale n. 26 del 2007 sollevano non pochi dubbi ed ombre sulla razionalità del sistema delle impugnazioni penali: soprattutto sul versante dei problemi di diritto intertemporale, l’impatto dell’intervento restauratore della Consulta ha già provocato e continuerà a determinare di riflesso non marginali sbavature applicative.
Questo volume raccoglie cinque contributi sugli effetti di sistema del segnalato parziale ritorno al passato imposto dalla Corte costituzionale.
Un capitolo prende in considerazione la sentenza di incostituzionalità, per coglierne gli aspetti condivisibili e quelli più opinabili.
Un saggio ha per oggetto la minorata adeguatezza del sistema delle impugnazioni penali ai parametri europei proprio per conseguenza dell’intervento censorio della Corte delle leggi.
Due contributi attengono al tema dei confini per le impugnazioni della parte civile e a quello degli standards valutativi tipici del giudizio di fatto che i giudici di cassazione sono chiamati ad applicare anche nel giudizio di diritto.
L’ultimo capitolo analizza le varie ipotesi applicative che si sono affermate riguardo ai problemi di diritto transitorio.
Il testo è uno strumento irrinunciabile sia per il professionista, per districarsi tra i problemi delle aule d’udienza, sia per gli studenti universitari e delle scuole di specializzazione.
PIANO DELL’OPERA
- Il ricorrente ritorno della consulta alla cultura processuale inquisitoria: l’eccentrica definizione della funzione di garanzia del P.M. nel sistema delle impugnazioni
- La parità delle armi tra Costituzione, diritto sovranazionale e alchimie interpretative
- L’impugnazione di parte civile, fra resistenze culturali e pretesa parità
- Le nuove regole di giudizio in cassazione
- Impugnazioni, diritto transitorio ed effetti della sentenza costituzionale nel procedimento in corso