L’evoluzione scientifica e la crescente complessità della società moderna hanno prodotto nuovi rischi, in particolare per la salute e per l’ambiente, che solo la necessaria riorganizzazione degli strumenti giuridici, istituzionali e procedurali può contribuire ad annullare o, comunque, a gestire secondo criteri e principi in parte ancora in fase di elaborazione. A fronte di una evidente insufficienza della scienza e della tecnica, che non consentono da sole di fornire ogni risposta, il procedimento cognitivo-valutativo del decisore pubblico e dell’amministrazione rappresenta il modello gestionale realisticamente adeguato a governare la società del rischio. E tale procedimento non deve essere inteso come mera forma, ma come sostanza critica e sede in cui si devono sviluppare con serietà la ponderazione di interessi e criticità e la conseguente individuazione delle più opportune soluzioni alle problematiche già emerse, e che potranno emergere nel futuro.
Lo studio intende porre in evidenza i meccanismi di assorbimento istituzionale e di valutazione del rischio, con particolare attenzione ai rischi caratterizzati da profili di incertezza ed al ruolo del principio di precauzione, come regola del procedimento. L’analisi affronta le criticità dell’azione
amministrativa nella gestione del rischio, discutendo dei principi, della legittimazione e dei confini della stessa, nonché delle differenti procedure e attribuzioni delineate dalle normative settoriali.