Il presente lavoro ripercorre la letteratura economica e aziendalistica
sul profitto, proponendone una sintesi e rilettura. A partire da tale revisione, esso sviluppa un modello teoricoconcettuale imperniato sulla nozione di profitto come rendita negoziabile ex ante e orientato a comprenderne le implicazioni per le decisioni e i comportamenti d’impresa. Quello di «profitto
» non è certo un concetto che non sia stato già ampiamente rivisitato e sottoposto a critica da più parti, sino a dare la sensazione che esso sia ormai poco più che un ricordo del passato economico.
Per quanto intuitiva, tuttavia, la nozione di profitto continua a suscitare interpretazioni molteplici e variegate, prestandosi a una moltitudine di significati ideologici, economici,politici, culturali. Come dipanare la matassa?
Nella risposta a questo interrogativo, lo studio svolto trova il suo primum movens. L’obiettivo precipuo dell’analisi è fornire un contributo potenzialmente utile alla messa a fuoco dei complessi rapporti tra concezione del profitto e dinamiche d’impresa, queste ultime osservate sotto la peculiare lente delle scelte di progettazione organizzativa. A questo fine, lo studio:
(i) esplora il concetto di profitto (come forma di reddito e obiettivo d’impresa) e il ruolo ad esso attribuito nell’ambito di distinte correnti teoriche; (ii) tenta di tracciare il passaggio, quantomeno sotto il profilo concettuale, tra profitto e rendita economica;
(iii) delinea, quindi, i tratti essenziali della nozione di profitto come rendita negoziabile ex ante, indagandone le implicazioni per le scelte di progettazione organizzativa; (iv) sviluppa,infine, indicazioni per la teoria d’impresa (sotto il profilo dei fattori alla base dell’eterogeneità delle imprese e dei relativi modelli organizzativi) e per la prassi manageriale (aprendo spazi di riflessione sull’interdipendenza tra processi generativi e
appropriativi di profitto e scelte di progettazione organizzativa).