Negli ultimi decenni i sistemi di produzione hanno subito profonde trasformazioni, con significative ricadute sull’organizzazione aziendale e del lavoro, che sono andate sempre più orientandosi al perseguimento di risultati anche attraverso la realizzazione di progetti.
Dopo aver dato conto di questa evoluzione ed aver accertato, sul piano empirico, la rilevanza trasversale della dimensione progettuale nei rapporti di lavoro, il volume ricostruisce come il diritto del lavoro abbia reagito di fronte ai mutamenti intervenuti. L’indagine mette in evidenza come la risposta del legislatore, incentrata sulla valorizzazione del progetto nel solo lavoro autonomo, sia stata parziale e non del tutto soddisfacente. Questa scelta ha infatti determinato non soltanto numerosi problemi applicativi, ma anche una sottovalutazione dell’utilità della logica progettuale nel quadro del lavoro subordinato.
Alla luce di tali premesse e di quanto emerso dalla comparazione con altri ordinamenti, l’autore dimostra invece come la valorizzazione del progetto sia quanto mai opportuna anche nell’ambito del lavoro subordinato. Rispetto alle assunzioni a termine, al fine di garantire la genuinità della scelta organizzativa ad esse sottesa, e così attutire le difficoltà interpretative che caratterizzano la relativa disciplina. Rispetto ai rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, per incentivare – laddove si proceda ad una revisione, in termini maggiormente flessibili, della regolamentazione delle mansioni e della retribuzione variabile – il contributo dei lavoratori alle performance aziendali, incrementando, così, la produttività e la competitività delle imprese