Questo libro contiene una serie di ricerche e di riflessioni fatte in questi anni su vari temi di biodiritto, relative alle caratteristiche generali di questo nuovo field del discorso giuridico, alle dimensioni della salute, alle metamorfosi della sessualità tra identità della persona e modelli familiari e genitoriali, alla nascita e al complesso incrocio tra libertà, diritti, interessi di vari soggetti (la donna, il concepito e l’embrione, il nato, l’altro genitore) oltre che dell’ordinamento nella sua interezza, alle decisioni di fine vita, fino alle frontiere più nuove della bioetica ambientale e intergenerazionale, e alle implicazioni giuridiche delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale.
Il biodiritto appare davvero un viaggio dentro le precarietà dell’esistenza umana, dei singoli e della collettività intera; nelle sue dimensioni più intime, fatte di possibilità e desideri (che spingono per diventare diritti, e spesso ci riescono), e di sofferenze e impotenze, di opportunità e inquietudini. Un viaggio in una geografia di confini mobili e in continua ridefinizione: appunto “l’incerto del mestiere di vivere”. E le ultime tappe di questo viaggio appaiono suscettibili di mettere in discussione persino il significato stesso dell’umano, o la sua sopravvivenza.