Il contraddittorio non è solo una regola giuridica che impone la formazione della prova secondo logiche confutazioniste davanti ad un giudice terzo ed imparziale, esso è anche e soprattutto un modello culturale il quale trova origine in una precisa scelta ideologica che rifiuta un sapere giudiziale illimitato per approdare a forme di conoscenza regolamentata. Nella consapevolezza di tale realtà, il presente studio propone un’analisi dell’evoluzione storico normativa attraverso cui si è prevenuti alla costituzionalizzazione di un contraddittorio per la prova, dando evidenza delle resistenze che da sempre hanno accompagnato l’evoluzione del principio. Si è quindi provveduto ad un esame congiunto del dato legislativo e delle risposte giudiziarie che ad esso venivano fornite per valutare quanto effettivamente fosse presente nella cultura degli operatori del diritto il metodo di conoscenza probatoria.
Quel che emerge anche dopo la costituzionalizzazione del contraddittorio nella formazione della prova è che tanto il legislatore quanto la giurisprudenza hanno continuato a generare e confermare regole ed interpretazioni giuridiche in contrasto con il precetto costituzionale. Tale conclusione viene raggiunta all’esito di una verifica tendente ad evidenziare le «elusioni del principio». Ed il risultato cui si è pervenuti è stato più preoccupante nella misura in cui si abbia la consapevolezza che il contraddittorio costituisce un modello di concretizzazione del diritto di difesa. In sostanza se si pone mente a quest’ultimo, alla regola epistemologica della presunzione di non colpevolezza ed agli stessi principi di legalità e giurisdizionalità è dato comprendere come il contraddittorio non ne sia altro che un’evoluzione naturale. Ed allora la insofferenza operativa unitamente alle carenze legislative non possono trovare spazio alla luce di un’acquisita consapevolezza della cogenza del comando costituzionale.