Lo straordinario sviluppo delle neuroscienze non è rimasto privo di effetti sul piano giuridico. Non si tratta solo dell’ingresso delle rivoluzionarie tecniche di neuroimaging nel novero delle prove scientifiche, ma della messa in discussione del fondamento stesso del diritto penale per il quale, secondo alcuni, «cambierebbe niente e tutto». Durante le tre sessioni del convegno studiosi del diritto penale, con l’ausilio di esperti di aree diverse, hanno indagato gli sviluppi che le neuroscienze e la scoperta del fondamento biologico di molte funzioni mentali producono sull’idea di libero arbitrio, sulle funzioni della pena e sul concetto di imputabilità; hanno cercato una risposta a nuovi interrogativi che nascono da trattamenti farmacologici o addirittura da interventi sul cervello e che coinvolgono impegnativi problemi di rilevanza etica; hanno approfondito il ruolo delle emozioni nei processi cognitivi del giudice e del destinatario del precetto penale. Hanno verificato insomma la tenuta del sistema penale nell’impatto con l’idea secondo cui mente e corpo non possono essere tenuti distinti ... come nel Pilgrim di Magritte.