La riflessione dell’Autore sull’istituto del sequestro per equivalente ha origine dal ritorno alla ribalta, nella scienza criminologica, del c.d. economic approach, come si evince dai risultati di numerose inchieste penali.
Questo tipo di approccio si presta meglio, rispetto alla tradizionale teoria sociologica della criminalità, a spiegare il movente di certi fenomeni criminosi oggi particolarmente insidiosi: il reato diventa l’oggetto di una scelta economica di condotta, tesa alla massimizzazione dell’utilità.
In particolare, l’analisi tende a verificare la qualificazione della confisca come misura di sicurezza incentrata sul tradizionale concetto di pericolosità, o piuttosto come categoria della pena, secondo le tradizionali funzioni preventiva, punitiva, compensativa, remunerativa.
Dagli esiti di tale indagine si parte, inoltre, per la comprensione dei caratteri operativi del sequestro finalizzato alla confisca. Passando attraverso la disciplina prevista nell’ambito della normativa sulla responsabilità degli enti, si analizza lo stato della materia sia sotto il profilo dei presupposti applicativi che sotto il profilo strettamente procedurale.
STRUTTURA
Introduzione: Il fenomeno della criminalità del profitto.
Cap. I le fonti di natura internazionale e la loro incidenza sulle scelte legislative interne.
Cap. II la tutela penale del bilancio nazionale e comunitario.
Cap. III La confisca di valore: l’ambito oggettivo ed il profilo temporale.
Cap. IV L’apprensione dell’equivalente nel d.lgs. 231/2001.
Cap. V Il sequestro preventivo dell’equivalente.
Cap. VI L’accertamento della natura del sequestro per equivalente.
Cap. VII Il sequestro nei progetti di riforma.
Indice analitico.