Il D.L. n. 98/2011, introducendo l’art. 17-bis nel D.Lgs. n. 546/1992, ha previsto che, in determinate ipotesi, il contribuente, in luogo dell’ordinario ricorso in Commissione tributaria, debba notificare, dal 1° aprile 2012, un atto di “reclamo”, strumentale alla definizione della vertenza in via stragiudiziale.
Tale istituto non coinvolge però tutte le liti devolute alla giurisdizione tributaria, ma concerne solo gli atti emessi dall’Agenzia delle Entrate di valore non superiore a 20.000,00 euro.
Lo scopo della presente Guida è di fornire un valido ausilio al professionista che, dovendo decidere se contestare o meno un atto reclamabile, non può che prescindere dalla approfondita conoscenza del nuovo procedimento. Quanto esposto è ancor più vero se si prendono in considerazione le conseguenze relative alla mancata instaurazione della fase di mediazione, che si concretizzano nell’inammissibilità del successivo ricorso, il che, nel contenzioso tributario, è sinonimo di “cristallizzazione” della pretesa.
Per questo motivo, gli scritti dei diversi Autori si soffermano sugli effetti processuali legati alle varie condotte poste in essere dal difensore, dalla stesura dell’atto di reclamo ivi incluse le potenziali cause di inammissibilità, alla gestione della fase di mediazione sino alla costituzione in giudizio presso la Commissione tributaria, che avviene se il tentativo di definizione stragiudiziale della lite ha esito negativo.
Nella presente Guida viene dato ampio spazio alle situazioni che comportano problemi operativi, il che si verificherà, presumibilmente, nel caso dei dinieghi di rimborso (con particolare riferimento alla determinazione del valore della lite), nelle impugnazioni dei ruoli e nelle società di persone, in merito ai tributi imputati per trasparenza.
Inoltre, è stato deciso di riservare una parte ad uno dei punti più discussi del nuovo istituto, che riguarda i nessi che intercorrono tra notifica del reclamo e riscossione in pendenza di giudizio, illustrando le ragioni a favore della tesi che ritiene possibile presentare, subito dopo la notifica del reclamo, la domanda di sospensione giudiziale dell’atto presso la Commissione tributaria.
Ogni capitolo è dedicato ad una problematica specifica, vagliata dando rilievo alle interpretazioni sostenute dalla dottrina ma soprattutto alle recenti indicazioni ufficiali fornite dall’Agenzia delle Entrate con la circolare del 19 marzo 2012, n. 9.
Per agevolare l’attività del professionista, l’ultimo capitolo riporta una bozza di reclamo, corredata da note ove si mettono in risalto le peculiarità del nuovo atto processuale, che, sotto vari aspetti, differisce dall’ordinario ricorso.
STRUTTURA
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Natura giuridica del procedimento di reclamo
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Atti reclamabili e valore della lite
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Il contenuto del “reclamo-ricorso”
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Termini per la notifica del reclamo e della fase di mediazione
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Fase di mediazione
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Effetti del mancato perfezionamento della mediazione
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Costituzione in giudizio del contribuente e dell’Agenzia delle Entrate
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Riscossione in pendenza di giudizio, tutela cautelare e mediazione
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Società di persone e procedimento di reclamo
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Ricorso/reclamo e cartella di pagamento
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Ricorso/reclamo avverso i dinieghi di rimborso
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Bozza di ricorso/reclamo