Dello studio dell’arbitrato come problema di diritto pubblico si fece validissimo interprete Giorgio Recchia. Fu uno dei primi e dei pochi. Con una marcia in più rispetto ad altri, perché seppe declinare il tema dell’arbitrato (anche e soprattutto) sotto il prisma del diritto comparato. Ovvero studiandolo nei vari ordinamenti in giro per il mondo, nella esatta convinzione che l’arbitrato, proprio perché è istituto della autonomia dei privati e non della sovranità dello stato, deve essere soggetto a comparazione in funzione di una valutazione che sia il risultato di consonanze e dissonanze nel diritto pubblico comparato (dalla Presentazione di T.E. Frosini)