L’art. 33 del d.l. 83 del 22 giugno 2012, convertito in legge 134 del 7 agosto 2012, con modificazioni, ha introdotto una cospicua serie di modifiche alla legge fallimentare. Esse sono tutte volte all’obiettivo di portare ad emersione prima possibile la crisi dell’impresa, al fine di poter intervenire tempestivamente prima che sia troppo tardi e garantire così, per questa via, soluzioni più efficaci in grado di scongiurare il fallimento. Lo spirito complessivo della riforma è quello di imprimere forza a tutti quegli strumenti di composizione della crisi alternativi al fallimento, con peculiare riguardo alle tecniche di risoluzione negoziale della stessa. Diverse, in tal senso, le novità introdotte e che il presente studio si occupa di commentare, rispetto alle quali è suggerita una chiave di lettura volta alla ricerca della ratio legis e finalizzata ad illustrare i punti di luce ed ombra della nuova normativa, la quale è già operativa con riferimento a tutti i procedimenti di concordato preventivo e di omologazione di accordi per la ristrutturazione dei debiti incardinati a far data dal giorno 11 settembre 2012.