Il percorso di definizione dell’area di consolidamento dei gruppi di aziende non profit affronta problematiche complesse, legate alla peculiarità dei meccanismi di governance e di controllo diffusi nel terzo settore. La recente pubblicazione di numerosi principi contabili internazionali che si occupano della materia tende ad indirizzare l’interprete verso un ampliamento del perimetro del consolidamento. I confini contabili sembrano avvicinarsi a quelli economici del gruppo individuabili attraverso l’applicazione dei parametri aziendali. Il redattore del bilancio consolidato deve, però, interpretare e rappresentare fenomeni di gestione peculiari, quali le donazioni di servizi lavorativi e di beni da collezione o le promesse di liberalità.
L’emersione di assets identificabili e separabili, non rilevati nel bilancio d’esercizio delle controllate, i problemi di omogeneità dei dati di sintesi, la difficile individuazione della quota di patrimonio consolidato di pertinenza delle minoranze sono tutti fattori che contribuiscono ad alimentare il grado di complessità delle operazioni di aggregazione.
Lo studio mira ad offrire all’interprete un filo logico, un modello teorico che gli consenta di superare le difficoltà e di pervenire alla redazione del bilancio consolidato delle aziende non profit, dello strumento in grado di rappresentare significativamente i dati di sintesi dell’aggregazione economica in essere e di soddisfare le esigenze della comunicazione economico-finanziaria di gruppo nel terzo settore.